Catalogo Inbunaboli a Nova Gorica

Alla ricerca dei primi 50 anni del patrimonio a stampa europeo:

perché è importante e cosa ne facciamo?

 

6 Feb 2024

Come molti di voi sanno, la creazione della banca data Material Evidence in Incunabula ha coinciso con la mia posizione come segretaria scientifica del CERL, nel 2009, 15 anni fa.

La stretta collaborazione con le biblioteche d’Europa, e oltre, è la forza di questa risorsa digitale, che nessuno studioso, nessun progetto speciale, nessuna istituzione da soli avrebbero mai potuto creare con successo nella forma in cui si trova oggi.

Il nostro obbiettivo e’ sempre stato la comprensione dell’impatto della rivoluzione della stampa sulla societa’ europea; cioe’ l’impatto di una nuova tecnologia su una societa’ che stava transitando dal periodo medievale a quello moderno.

Il nostro metodo di lavoro e’ sempre stato un approccio dal basso verso l’alto, incentrato sul libro: capire chi uso’ i primi libri a stampa, nel Quattrocento e nei secoli successivi, e come. Con 28,000 edizioni che ancora sopravvivono, in mezzo milione di esemplari, custoditi in circa 4,000 biblioteche in tutto il mondo, con la concentrazione piu’ alta in Europa e Stati Uniti, uno sforzo condiviso era fondamentale.

Oggi, oltre 16,000 edizioni in oltre 65,000 esemplari sono state descritte in MEI, custodite in quasi 700 biblioteche, in 32 paesi del mondo, e 4 continenti. La loro descrizione e’ stata fornita da circa 260 editori, sia studiosi sia bibliotecari. 12% del lavoro e’ stato fatto.

La crescita di MEI e’ stata costante, e per fortuna e’ documentata nei miei rapporti annuali per l’Asemblea Generale del CERL e peri suoi Direttori: due volte all’anno, una fotografia dell’espansione della banca dati durante questi ultimi 15 anni.[1]

La crescita e’ alimentata dall’impegno di biblioteche e bibliotecari, dal programma di tirocini finanziato dal CERL (18 CHECK per lavorare in MEI dal loro inizio DIRE DOVE), dalla collaborazione con corsi di Storia del Libro in ambito universitario, e da progetti speciali/dedicati.

Mentre raccogliamo dati sui possessori dei libri a stampa del Quattrocento ricostruiamo anche le collezioni librarie in cui si trovavano, perlopiu’ disperse nel corso dei secoli: stiamo ricostruendo 27,000 biblioteche personali o istituzionali. Questo e’ un contributo di vitale importanza che noi, collettivamente, forniamo verso la conservazione, comprensione, e promozione del patrimonio librario europeo, dovunque esso oggi si trovi.

Le nostre biblioteche oggi sono costruite, come dei mosaici, di tasselli di biblioteche precedenti. I libri si muovono, entrando ed uscendo da biblioteche per una grande varieta’ di ragioni, il nostro patrimonio librario europeo e’ sparpagliato [CHECK]  o diciamo cosi’ diffuso, e una porzione considerevole di esso e’ migrato negli Stati Uniti.

Gia’ nell’anno 1500 l’Europa era disseminata/coperta [awash] di milioni di libri. Come la stampa continua nei secoli successivi, molti di questi primi esemplari [reperti?] furono distrutti perche’ obsoleti, rimpiazzati da nuove edizioni e nuovi generi. Ma un nutrito numero trova anche posto in biblioteche istituzionali.

Dal 16o secolo in poi, pero’, eventi politici europei di portata epocale trigguered il sequestro, disposal, trasferimento e vendita del patrimonio librario, a cominciare dalle secolarizzazioni degli ordini religiosi europei attuate da Enrico VIII in Inghilterra, Giuseppe II **, Napoleone, la desamortización spagnola, e la formazione dello stato Italiano, come anche di quello Greco.

Questa recente pubblicazione documenta questo fenomeno esteso a tutta Europa nella sua complessita’, durante quattro secoli. A malapena possiamo trovare oggi in Europa una biblioteca non toccata da questi eventi storici.

Per esempio, la biblioteca dei Benedettini di San Giorgio Maggiore di Venezia, venne completamente dispersa da Napoleone, ma oggi abbiamo rintracciato 181 suoi incunaboli, in 35 biblioteche nel mondo, alcuni in luoghi che potevamo immaginare (Padova Parigi, Venezia), molti in luoghi completamente inaspettati.

L'esperienza ci insegna che non possiamo predire in anticipo dove possano trovarsi oggi libri di collezioni disperse, o meglio, solo parzialmente. Si, per San Giorgio, sapevamo, dalla sua storia, che I libri rari sarebbero dovuti essere a Padova, Venezia e Parigi, ma gli altri posti?

L’unica ragione per la quale abbiamo avuto successo nel trovare gli altri libri e’ perche’ le altre biblioteche che oggi li preservano hanno catalogato in MEI, e quindi l’informazione e’ emersa semplicemente nel momento in cui venivano catalogati nella banca dati, grazie alla maniera in cui la banca dati e’ strutturata. Solo dopo aver registrato i dettagli di ogni esemplare sopravvissuto, con la loro imprevedibilita’, abbiamo potuto capire che ci sono ovviamente delle tendenze (trends) nella loro sopravvivenza, tendenze vitali per la ricostruzione di una collezione libraria. Quindi un movimento di apprendimento dal basso verso l’alto, dal particolare al generale.

Ci sono paesi che hanno gia’ terminato la catalogazione in MEI di tutti i loro incunaboli: la Lituania e la Grecia. La Fondazione Laskaridis di Atene ha coordinato il lavoro di decine di biblioteche e ricercatori. A conclusione dell’impresa hanno creato uno splendido sito web che ritengo esemplare di come poter valorizzare le collezioni locali: map-inc. [spiegare]. Cliccando su una biblioteca… C’e’ poi una pagina possessori… Collegata alla banca possessori del MEI. Una pagina Libri, pure collegata al MEI. E un blog, dove si racconta tutta la storia,  del lavoro fatto. E’ molto importante notare che nulla e’ stato duplicato, solo i dati MEI, legati alla banca dati con links, sono stati valorizzati in un contesto specifico, piu’ locale.

Qual’e’ la presenza attuale della Slovenia in MEI? [6 slides] Il mio auspicio e’ che prossimamente, e a cominciare da Nova Gorica, la Slovenia sara’ molto piu’ presente su questa mappa.

 

Come osservato in un recente articolo pubblicato in Digitalia, Il rapporto tra catalogo e banca dati e’ complementare, e cosi quello tra catalogo elettronico e catalogo cartaceo, con le sue introduzioni e contestualizzazioni erudite.

Perche’ dobbiamo continuare a catalogare incunaboli? Oltre a quanto appena detto, anche perche’ non sappiamo mai quando o da dove arrivera’ il nuovo pezzo di informazione vitale per arricchire la nostra conoscenza storica. Solo un esempio:

Lo scorso marzo ho ricevuto una foto dal Direttore della Biblioteca Universitaria di Sidney: nel loro esemplare di Dante, Commedia, stampato a Venezia nel 1497, c’e’ una nota contemporanea alla stampa e un disegno. La nota dice: “Oggi 17 Settembre mori’ di peste Giorgion di Castelfranco, era un pittore eccellente a Venezia, aveva 36 anni, riposi in pace”. Il riferimento e’ al Famoso artista Giorgione, la cui data di morte non era conosciuta prima della scoperta di questa nota. Il disegno e’ stato attribuito a Giorgione stesso. Gli artisti erano interessati a Dante, o alle illustrazioni delle edizioni del 15o secolo di Dante: durante il censimento di tutti gli esemplari della prima edizione Fiorentina del 1481, abbiamo trovato che l’architetto e artista fiorentino Giuliano da Sangallo ricopri’ il suo esemplare con splendidi disegni, e lo stesso fece Federico Zuccari nel suo esemplare, oggi a Harvard.

Ogni esemplare ha la sua storia particolare, Appartiene al patrimonio culturale di famiglie, istituzioni, e nazioni. Per questo prendere solo dei campioni non e’ accettabile. Il materiale deve essere capito nella sua ricchezza e complessita’, perche’, e’ la nostra storia.

Di quanti dettagli abbiamo bisogno per capire la nostra storia? Noi non possiamo sapere quale esemplare dischiudera’ scoperte di grande portata, e forse non da solo, ma in combinazione.

Mi piace paragonare la ricetta del nostro successo a un delizioso cocktail: 1/3 catalogazione basata sulla ricerca, 1/3 buona tecnologia 1/3 collaborazione.

E cosi’ il nostro lavoro continua, ma e’ per certo un grande piacere, oggi, prendere una pausa e celebrare la pubblicazione del catalogo degli incunaboli di Nova Gorica.

[1369 words greece]

[1253 words nova gorica]

 

Prof. Cristina Dondi, Secretary of the Consortium of European Research Libraries (CERL)

 

[1] Il Gruppo di lavoro sugli incunaboli, da me coordinato, e’ un’altra maniera in cui in anni recenti facciamo il punto su quanto facciamo, e dove siamo. Comincio’ durante gli anni della pandemia covid: 5 riunioni nel 2020, poi una all’anno a seguire.